I vaccini in corsa nella maratona

Riportiamo l’articolo “I vaccini in corsa nella maratona” di Corrado Bianchi Porro de l’Osservatore di Lugano, che ringraziamo per la gentile concessione. L’articolo è pubblicato sul   numero 08/2021 de L’Osservatore (www.osservatore.ch)

di Corrado Bianchi Porro Alberto Mantovani, professore di patologia generale e direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, è stato ospite dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) di Como­Lecco­Sondrio dove è stato invitato a parlare delle problematiche del vaccino Covid19. I vaccini sono una conquista per la civiltà e un’assicurazione sulla vita futura per ogni cucciolo d’uomo, ha commentato Mantovani.

Dobbiamo ricordarci che uno su cinque che nasce al mondo, non ha accesso ai vaccini più elementari, anche se bisogna riconoscere che noi sappiamo poco di tutto: la natura ama nascondersi e dei virus, dei vaccini o del sistema immunitario non conosciamo quanti sono gli orchestrali, né la musica che suoneranno.

Con tutto questo è dovuto un abbraccio alla ricerca scientifica per quanto fa al fine di alleviare la sofferenza. Per riuscire a raggiungere l’immunità di comunità (meglio usare questa espressione piuttosto che quella “di gregge” comunemente usata) per il Covid19, spiega il relatore, ritengo che occorra arrivare a vaccinare almeno il 70% delle popolazione, mentre per quella più infettiva come il morbillo, occorre arrivare al 95%. Tuttavia vi è da fare i conti con le varianti.

Parlare oggi di obbligo di vaccinazione forse non ha senso, dato che al momento non abbiamo Scienza e tecnica I vaccini in corsa nella maratona 9 Pandemia A di Corrado Bianchi Porro comunque vaccini per tutti. La vaccinazione è tuttavia una responsabilità personale, ma anche sociale. In molti ospedali non si entra come operatore se non si è stati vaccinati contro l’influenza, per non trasmettere ad altri la malattia. Bisogna dire che la ricerca ha fatto passi da gigante, perché se un anno or sono mi avessero detto che oggi avremmo già avuto in mano i vaccini, non ci avrei creduto.

Il fatto è che la ricerca si è giovata degli studi già fatti sul cancro per il vaccino di Oxford AstraZeneca, mentre per il vaccino di Moderna si è utilizzato un virus simile: questo ha permesso di tracciare una scorciatoia di cui, grazie alla condivisione della ricerca, tutti si sono giovati. Assieme naturalmente ai finanziamenti che ci sono stati e all’industria che ha investito sulla produzione prima di avere la certezza di una sperimentazione ancora non completata. Il tutto senza compromessi sui criteri di sicurezza. Bisogna fermare il killer, perché più prolifera, più genera varianti.

Che dire dei diversi vaccini? Bisogna che ci siano tanti cavalli che corrono, perché uno aiuta l’altro e potrà presto spuntare un vaccino contro le varianti stesse. È una maratona la lotta al virus e oggi siamo ancora ai primi cinque chilometri. Quanto a Sputnik la perplessità è nata perché è stato approvato in assenza della sperimentazione della fase tre. Che ora tuttavia è arrivata.

Quando l’EMA approverà ufficialmente non solo il vaccino ma anche i siti di produzione, perché su questo è molto severa, avremo un cavallo in più. Ad esempio il più grande produttore al mondo di vaccini, che è indiano, non è ancora – per intendersi – stato approvato per i vaccini del Covid­19. Sicurezza ed efficacia devono sempre camminare mano nella mano.

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credit Humanitas research

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